Riflessioni su amore, montagna e guerra di Giorgio Crosta

Giorgio Crosta

Carissimi,

sono molto amareggiato che il brutto tempo vi ha costretti a rinviare il Trekking al Fiordo di Crapolla. E’ capitato parecchie volte anche a me, così una dolce malinconia ti prende, la melanconia di sentirti solo, cercando riparo sotto un larice, mentre nevica a dirotto, cerchi anche tu un luogo dove accucciarti per meditare sulle stagioni della tua vita e sull’esistenza che corre via con i ricordi che diventano preghiera di ringraziamento per la vita che hai avuto e per i doni che la natura ti elargisce, tu hai davanti molti anni e tempo per salire e ti invidio, io purtroppo non ho più le forze, costretto sono ad abbandonare l’alpinismo.

Da ragazzo sognavo di fare il portatore, e così a 16 anni nel 1954 salivo ogni due settimane al rif. Regina Margherita Monte Rosa, portavo la bombola del gas dentro una gerla di legno, impiegavo due giorni da Gressoney Stafal al rif.Gnifetti, e il secondo giorno al rifugio Reg. Margherita, depositavo la bombola e scendevo subito fino a Gressoney Stafal dove mi aspettava la lambretta, che mi riportava a casa. Coi soldi che prendevo li usavo per studiare, poi venne il corso Militare di Alpinismo, presi il brevetto e mi mandarono in Dolomite per 24 mesi.

Su questo palcoscenico grandioso e severo l’uomo ha dato il massimo della sua bravura e del suo coraggio e tra le pareti resta ancora l’eco di queste meravigliose imprese. Ma per chi ama le Dolomiti esse sono sempre là immutate e disponibili per dare sempre emozioni e gioie anche semplici a chi sa apprezzare e rispettare questo patrimonio. Purtroppo anche queste splendide montagne diventeranno un qualsiasi oggetto di consumo “usa e getta”, come un grande Parco Giochi, ero felice arrampicavo tutti i giorni, col Ten. Racca abbiamo aperto nuove vie. E così ho fatto 60 anni di Alpinismo.

Quello che la mia vita tra i monti e mio nonno Ettore mi hanno insegnato: Nei giorni dei grandi temporali a volte il cielo era rosso. La pioggia rossa era la polvere dei deserti d’oltre mare. I vecchi amici di mio nonno Ettore si chiedevano: ci sarà la fine di questa guerra? Eravamo nel 1944 avevo 4 anni, poi la guerra fini! Pero nessuno diede credito alle parole di mio Nonno e dei suoi amici i Vecchi saggi del Paese. E nessuno fece nulla, cosa si poteva fare dissero contro la profezia? Si misero solo ha cantare per giorni e giorni, fino all’esaurimento della voce, poter consumare tutte le vecchie canzoni, affinché non ne rimanesse nessuna che poteva essere sporcata dal tempo. Questo mi è rimasto impresso nella mia mente, poi col passare degli anni mi hanno portato ad una conclusione, di questo triste mondo in cui viviamo.

1° In Montagna nessuno è pazzo. Ciò non si può asserire nei confronti di nessuno. Molti di quelli che erano ritenute pazzi, in Montagna si sono rivelati degli ottimi alpinisti.

2° Mentre in guerra nessuno è intelligente. Questo asseriva mio nonno. Non devi credere alla verità di nessuno.Le lunghe disquisizioni sull’insensatezza della guerra del professore di una volta, che in un batter d’occhio si trasformano in un selvaggio grido di guerra!

3° Non ricordarti di nulla. Prova a dormire senza sonno. Abbi fede in DIO. Ascolta attentamente il tuo ventre. Agisci secondo le tue sensazioni. Se pensi che quella via non va salita, allora vai per un’altra.

4° Non avere paura di niente. La paura genera nuova paura. Ti blocca. Devi credere in te stesso, di essere stato prescelto a restare vivo.

5° Non lasciare salite a metà. Non fare nuove amicizie. Già con quelle vecchie avrai abbastanza preoccupazioni.

6° Proteggi i tuoi ricordi, le fotografie, le prove scritte delle tue salite. E tienile solo per te dentro il tuo cuore. Altrimenti brucia tutto, dimentica tutto. Metti tutto dentro sacchi di plastica, seppellisci nella terra, e solo ai tuoi più cari svela la mappa per raggiungere il tuo tesoro.

7° Non legarti alle cose, alla terra, ai muri, alle case, ai gioielli, alle automobili, agli oggetti d’arte, alle biblioteche… Trasforma in denaro tutto ciò che ha ancora un prezzo. E tuttavia, non legarti in alcun modo al denaro. Appena puoi, scambialo con la tua libertà.

8° Adoperati sempre per il bene delle persone. Il più delle volte non lo meritano, ma tu fallo ugualmente. Non aspettarti alcuna riconoscenza. Non chiedere per chi fai il bene. Non legarti alle tue azioni.

9° Non dire mai ciò che pensi. Non essere cosi stupido. Perché appena pensi non appartieni più a loro. Non tacere, perché non possano pensare che pensi qualcosa. Parla, tanto per giusto di parlare.

10° Se ti imbatti in un passaggio difficile, non essere coraggioso, anche se sei spinto dalla disperazione. Tenta di sopravvivere. Fai tutto quanto è nelle tue possibilità. Soltanto devi stare attento a non mettere altri in pericolo con I tuoi tentativi. Finché non sei morto sei vivo. Non togliertelo mai dalla testa. Se devi sacrificarti, fallo per le persone cui vuoi bene, non farlo mai, per delle idee. Il tuo sacrificio verrà giudicato dagli altri sempre in maniera scorretta, a seconda della loro coscienza. Le idee passeranno, si rovineranno, diventeranno comiche. Se resti vivo, vedrai quanto sarà difficile continuare a credere in loro.

11° Non supplicare per nessun motivo. Non supplicare nessuno. Neanche se c’è di mezzo la vita. Pensa solo cosa vuol dire vivere sullo stesso pianeta con una persona che ti ha risparmiato la vita.

12° Non devi metterti a capo di nessuno. Per nessun motivo. Quando ti volti per cercar aiuto, dietro a te non troverai nessuno. Non fare affidamento su nessuno, ma non devi sottrarti al fatto che quelli che ami fanno affidamento su di te. Questo è salutare anche per te. Devi sapere: perché? Gli obiettivi non devono essere grandi, in nessuno modo.

13° Non devi stupirti di nulla. Non devi farti deprimere da nessuna cosa. Anche prima erano tutti fatti cosi, solo che le condizioni erano diverse da quelle di adesso. Se qualcuno ti tradisce una volta, non lasciargli la possibilità di farlo un’altra volta.

14° Cerca di essere sempre prudente. Se nella tormenta hai bisogno di una buca in cui riparati, scavatela da solo. Se qualcun altro lo fa per te, la buca potrebbe rivelarsi troppo piccola.

15° Non aspettare l’occasione per poterti rivalere. La vendetta ti deve essere estranea. Una questione che appartiene ad altri. Se sopravvivi, vivi per te e per quelli che sono sopravvissuti insieme a te.

16° E ancora, non credere mai di essere il Signore della Verità. Nessuno lo è. A te è sembrata in questo modo. A un altro è sembrata diversamente. Mantieni per te il pezzetto della tua verità. Servirà soltanto a te. Non sperare di riuscire a mettere a posto qualcosa, neanche una ingiustizia rimane in sospeso. Non dimenticare che la storia della Montagna era già stata scritta. Poi i Baroni ci metteranno solo i nomi delle persone, e delle montagne. Io lascio il CAI e credo che possa dire, che non serve a nulla…

Ciao Francesco
Un abbraccio Alpino
Giorgio Crosta

 
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